Romano Batta

ROMANO BATTA LASCIA UN GRANDE VUOTO A PONTE FELCINO

Ponte Felcino. Venerdì 25 novembre è stato un giorno molto triste per la comunità parrocchiale di Ponte Felcino: a 82 anni, dopo una breve malattia affrontata con un coraggio sorretto dalla profonda fede, è venuto a mancare Romano Batta.

Cittadino e padre esemplare, sempre presente e partecipe a tutte le iniziative paesane, titolare di un’avviata azienda di lavorazione marmi, Romano Batta ha indissolubilmente legato il suo nome alla scuola materna “Lucio Bonucci”, fondata nel lontano 1905 ed oggi divenuta, anche grazie al suo generoso operato, scuola parificata dell’infanzia.

Inizialmente finanziata dalla sua fondatrice e benefattrice Caterina Sereni  Bonucci, la scuola continuò a godere fino agli anni Cinquanta di sostanziose rendite lasciate in eredità dalla generosa nobildonna dopo la sua morte, ma nel successivo decennio questo istituto al quale tutto il paese era affettivamente legato fu costretto a camminare con le proprie gambe. Ed è allora che assunse con decisione l’iniziativa l’allora giovane Romano Batta, che prese a cuore la scuola e divenne l’autentico nume tutelare delle suore Apostole del Sacro Cuore che gestivano la struttura.

Nel 1974, il gruppo di volenterosi paesani che si era spontaneamente coagulato intorno all’attivissimo Romano dette vita ad un’associazione vera e propria, avente come obbiettivo non solo quello di sostenere economicamente la scuola ma anche quello di tutelarne i diritti di fronte ad istituzioni pubbliche spesso disattente ed a volte anche colpevolmente discriminatorie verso le istituzioni educative di matrice cattolica.

Romano Batta insieme alla Madre provinciale delle suore Apostole del Sacro Cuore

Nelle premesse dello Statuto si legge testualmente che i paesani di Ponte Felcino e Villa Pitignano “hanno creduto loro dovere interessarsi del problema più direttamente, affermando unanimemente la validità dell’Istituto e la presenza delle Suore che lo dirigono per il bene e l’interesse del Paese”. L’atto porta la data del 12 ottobre 1974 ed è sottoscritto dal presidente Romano Batta e dal segretario Ildo Rosi.

Per consolidare ed accrescere il legame tra questa istituzione scolastica e l’intera popolazione esistente nel territorio, lo Statuto, in applicazione di un principio singolare ma estremamente significativo, prevedeva che all’Assemblea generale, massimo organo statutario, potessero legittimamente partecipare tutti i parrocchiani. L’aspetto che rendeva davvero originale questa esperienza, forse unica nel panorama regionale di quegli anni, era che, in sostanza, la qualità di socio si assumeva semplicemente col fatto di risiedere nei paesi di Ponte Felcino e Villa Pitignano, autentico esempio di democrazia diretta e partecipativa. Non a caso, le convocazioni venivano fatte attraverso manifesti affissi nelle bacheche delle due chiese parrocchiali e nei locali pubblici. L’Assemblea generale, a sua volta, eleggeva il Consiglio di amministrazione e il Collegio sindacale.

Romano Batta è rimasto in carica come presidente della scuola materna esattamente per un quarantennio, fino al 2001: un arco di tempo lunghissimo e speso con indicibile passione, nel corso del quale è riuscito a far accettare all’opinione pubblica del territorio il principio, tutt’altro che scontato, secondo cui la scuola materna non deve essere qualcosa che cade dall’alto come grazioso omaggio di un facoltoso mecenate, ma deve scaturire dal lavoro, dall’impegno e dalla generosità di tutti i componenti di una comunità. Fino all’ultimo, con la qualifica di presidente onorario cui teneva moltissimo, Romano Batta ha dato al consiglio di amministrazione attualmente in carica il suo prezioso contributo in termini di consigli e suggerimenti, dall’alto di una autorevolezza che gli derivava dal suo essere memoria storica ed elemento qualificante di una comunità parrocchiale unita nella fede e nella solidarietà.

La partecipazione del paese alle onoranze funebri è stata imponente e commossa. Anche “La Voce” è vicina alla famiglia ed, in particolare, ai figli Patrizia, Roberta e Roberto, che con amore gli sono stati vicini fino all’ultimo.

Stefano Vicarelli